Bitcoin regge a quota 30.000$ dopo un crollo storico
Il Bitcoin è tornato sopra quota 30.000 dollari dopo i crescenti timori di recessione e il crollo della terza più grande stablecoin che aveva abbattuto il prezzo a 25.000$.
Il calo è stato innescato dalla pubblicazione di mercoledì di dati pesanti sull’inflazione, ed è stato aggravato dalla crisi sulla blockchain di Terra, che ha visto svanire oltre 40 miliardi di valore dalla stablecoin TerraUSD e dal token associato LUNA. Insieme, questi eventi negativi hanno l’indice cripto Fear and Greed Index a uno dei suoi punti più bassi nel tradizionale giorno sfortunato di venerdì 13.
Il crollo impressionante di Luna ha dominato i movimenti delle altcoin, cancellando il 99,9% del valore del coin
prima della pubblicazione di un piano di recupero che ha contribuito a far recuperare le quotazioni. La maggior parte delle altre altcoin ha subito perdite a due cifre causate dal panico, ad eccezione del concorrente di Terra Luna MakerDAO, che ha guadagnato il 30% nell’arco della settimana.
Gli eventi della settimana
- MakerDAO sale del 30% durante il collasso di Luna
- Le criptovalute affondano insieme ai titoli, mentre l’inflazione rimane vicina al picco degli ultimi 40 anni
MakerDAO sale del 30% durante il collasso di Luna
Nel più grande crollo nella storia delle criptovalute, la cosiddetta stablecoin TerraUSD ha mollato la sua parità con il dollaro la scorsa settimana, causando un crollo quasi completo del token dell’ecosistema, LUNA.
Il crollo, che si presume sia il risultato di un attacco in stile Soros sull’ecosistema Terra, ha spazzato via più di 40 miliardi di dollari nel giro di poche ore. Ha anche attirato l’attenzione del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen, che ha colto l’occasione per richiedere urgentemente la regolamentazione delle stablecoin.
Tuttavia, mentre Luna stava precipitando, il token di un’altra stablecoin decentralizzata stava prendendo il volo: MakerDAO, il principale concorrente di Terra, ha guadagnato il 30% durante la settimana.
Le criptovalute affondano insieme ai titoli, mentre l’inflazione rimane vicina al picco degli ultimi 40 anni
I dati dell’indice dei prezzi al consumo di mercoledì hanno indicato che l’inflazione statunitense di aprile ha registrato l’8,3%; meno dell’8,5% di marzo, ma sempre superiore alla stima dell’8,1% e molto vicina al livello più alto degli ultimi 40 anni.
I dati sono stati ricevuti negativamente sia dai titoli che dalle criptovalute. Una flessione così ridotta della percentuale non è stata abbastanza convincente da suggerire che l’inflazione abbia toccato il picco, causando una diffusa preoccupazione sul fatto che la Federal Reserve dovrà agire in modo più aggressivo con la sua politica monetaria.
Si prevede che queste misure restrittive abbiano effetti a catena che potrebbero potenzialmente fare piombare le maggiori economie del mondo nella recessione.
La settimana che ci attende
Il crollo di Terra rappresenta uno shock generale del sistema, e alcuni analisti si aspettano ulteriore volatilità man mano che gli effetti causeranno ripercussioni lungo tutto il mercato delle criptovalute.
Tuttavia, dopo sette settimane consecutive di perdite, anche gli investitori di Bitcoin sono alla ricerca di segnali che dimostrino che abbia toccato il fondo. Ciò metterebbe un freno alle continue vendite che hanno dominato i mercati di titoli azionari e criptovalute dalla fine di marzo.
Nella prossima settimana, la speranza di un rimbalzo delle criptovalute potrebbero essere sostenuta dal mercato azionario, che ha mostrato una ripresa convincente alla fine della scorsa settimana.