Analisi settimanale 09-15/03/2015

Per le materie prime, tutte le speranze sono riposte sulla Cina

L’anno della Pecora del calendario cinese è appena iniziato e già abbondano gli eventi economici. La banca centrale cinese, la People’s Bank of China, il 28 febbraio ha sorprendentemente tagliato i tassi di interesse e questa settimana ci aspettiamo una marea di dati sull’economia cinese. Con la Cina che è la maggiore forza dietro la domanda di materie prime, in particolare metalli preziosi ed energia, non sorprende che chi tratta le materie prime stia seguendo gli sviluppi del drago cinese con particolare attenzione. Sorge spontanea la domanda: l’economia cinese potrà stabilizzarsi? Se lo farà, si potrà prevedere un ritorno di massa sulle materie prime quali oro, argento e forse anche petrolio. Gli investitori, tuttavia, si aspettano dei dati piuttosto deboli in congiunzione con l’ultimo taglio dei tassi e con un altro taglio previsto per il prossimo trimestre. E quindi gli investitori cosa vorrebbero che accadesse per riconquistare l’ottimismo sulle materie prime?

Il primo fatto è l’inflazione: con un’inflazione in calo ad un ritmo dello 0,8% su base annua, gli investitori si aspettano un rallentamento che sia intorno allo 0,5% su base annua, ciò vorrebbe dire che l’inflazione in Cina è sufficientemente bassa per un altro taglio dei tassi, ma non così bassa da diventare un problema. Ma un tasso di inflazione inferiore allo 0,5% e più vicino allo 0% sarà prodromo di cattive notizie, in quanto indicherà che la situazione in Cina si sta deteriorando. Il secondo fatto sono i finanziamenti: il rallentamento del mercato del credito in Cina è il cuore della debolezza della Cina e quindi anche il cuore della debolezza del mercato delle materie prime. Dopo il tonfo del dato sui nuovi finanziamenti del mese di febbraio, gli investitori si aspettano un leggero miglioramento con la diffusione dei nuovi dati previsto per martedì, ma devono stare molto attenti: un ulteriore deterioramento nei numeri potrebbe significare più problemi per le materie prime. Sono previsti per mercoledì i dati sulle vendite al dettaglio e la produzione industriale. Mentre i dati delle vendite al dettaglio in Cina sono sempre importanti, i dati della produzione industriale saranno veramente l’ultimo tassello del puzzle dell’economia cinese. Se la produzione industriale decelera dal 7,9% su base annua, questo sarà un ostacolo all’appetito per le materie prime, se invece accelera ancora, allora sarà una svolta positiva per il mercato delle materie prime.

Nel complesso, per oro, argento e petrolio, la situazione alla fine sarà la seguente: una Cina non troppo debole è un ottimo motivo per scommettere su un rimbalzo delle materie prime, mentre una Cina in via di deterioramento significa che un rimbalzo delle materie prime potrebbe subire un rinvio.

Wall Street vuole delle buone vendite al dettaglio  

Con l’avanzare della settimana, il centro della scena si sposta rapidamente da Pechino a New York, con Wall Street che aspetta con ansia i dati sulle vendite al dettaglio degli USA. Dopo che il Nasdaq composito ha raggiunto quota 5.000, il suo punto più alto dalla bolla delle dotcom e con lo S&P500 che si muove intorno al suo massimo di tutti i tempi, gli investitori vorranno anche il sostegno di un dato forte da parte dei consumatori americani. Con il consumatore americano che è il pilastro dell’economia degli Stati Uniti e con una solida forza dietro ai guadagni di Wall Street, è naturale supporre che serva un dato positivo delle vendite al dettaglio per permettere a Wall Street di fare ulteriori guadagni. Dopo il tonfo del -0.8% su base mensile dell’ultimo dato, gli investitori di Wall Street vogliono una svolta, sperando almeno in un guadagno dello 0,5%, se non di più. Infatti, se le vendite al dettaglio si riprendono, questo potrebbe aprire la strada a ulteriori guadagni a Wall Street.

Parliamo di affari

Questa settimana il gioco sarà piuttosto semplice. Sul fronte delle materie prime, un quadro non particolarmente brutto in Cina potrebbe aiutare un rimbalzo di oro, argento e petrolio, anche se occorre qualcosa di meglio per un rimbalzo a lungo termine. Per quanto concerne l’America e Wall Street, in poche parole, Wall Street vuole vedere la conferma che il consumatore americano è tornato a spendere, in modo da spingere gli indici ancora più in alto verso nuovi record.

Cosa bolle in pentola

CPI cinese (martedì) – Se il CPI cinese sarà maggiore o uguale allo 0,5%, sarà considerato positivo per la Cina e le materie prime.

Nuovi finanziamenti in Cina (martedì) Dopo il tonfo di 1,47 miliardi di RMB nel dato del mese scorso, gli investitori vorranno vedere un rimbalzo dei nuovi finanziamenti prima di tornare ad essere ottimisti sulla Cina e la materie prime.

Produzione industriale cinese (mercoledì) – Se la produzione industriale continuerà il suo ritmo di crescita del 7,9% su base annua o addirittura oltre, il dato verrà percepito come positivo per la Cina e per le materie prime.

Vendite al dettaglio della Cina (mercoledì) – Se vendite al dettaglio saliranno oltre il 12% su base annua, il dato sarà considerato fortemente positivo.

Decisione sui tassi della RBNZ (mercoledì) – Se la Reserve Bank della Nuova Zelanda sarà tentata di tagliare i tassi, potrebbe innescare un forte correzione della valuta neozelandese.

Disoccupazione in Australia (giovedì) – Se la disoccupazione australiana crescerà oltre il 6,4%, potrebbe ostacolare il sentiment positivo sul dollaro australiano provocato dalla decisione della settimana scorsa di non modificare i tassi.

Vendite al dettaglio USA (giovedì) –  L’evento principale di Wall Street. Se le vendite al dettaglio aumenteranno almeno dello 0,5% su base mensile, consentiranno agli indici di Wall Street di salire ancora più in alto.

Indice Reuters/Michigan della fiducia dei consumatori (venerdì) – Un miglioramento della fiducia dei consumatori potrebbe aiutare Wall Street salire ancora di più, fornendo un’indicazione sul dato delle vendite al dettaglio un giorno prima.

Grafico della settimana – EURGBP

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