Quando ci si avvicina al mondo degli investimenti, una delle cose più importanti da fare è avere sufficiente consapevolezza del settore, delle figure che vi fanno parte e di quelle che sono le differenze tra i vari tipi di investitori. Una distinzione fondamentale, ad esempio, è quella tra investitori istituzionali e investitori retail, altrimenti detti privati.

Partiamo dal definire chi sono gli investitori istituzionali, così chiamati perché sono incarnati da istituzioni, banche, società finanziarie o soggetti di altro tipo che investono e negoziano attraverso il patrimonio di grandi aziende, pubbliche o private. A differenza dei privati, quindi, gli investitori istituzionali hanno la possibilità di negoziare un volume di titoli molto più ampio e di muovere somme di denaro molto più alte, proprio perché operano per conto di terzi.

Gli investitori privati, invece, investono esclusivamente per se stessi, utilizzando i propri fondi. Si tratta generalmente di singoli cittadini che scelgono di investire per necessità personali, tra cui risparmiare per un progetto personale, per l’educazione dei propri figli, ma anche per il proprio piano pensionistico. Gli investitori privati sono anche conosciuti con il nome di investitori non istituzionali, retail o investitori al dettaglio e sono classificabili come clienti non professionali.

Data questa definizione di base, in questa guida vedremo:

  • chi sono gli investitori istituzionali e in quante tipologie si dividono;
  • chi sono gli investitori privati e quanti tipi ne esistono;
  • le differenze tra investitori privati e istituzionali;
  • il peso e l’influenza degli investitori istituzionali;
  • come iniziare a investire da privati.

Chi sono gli investitori istituzionali?

Come abbiamo visto, gli investitori istituzionali sono degli operatori economici che investono in qualità di intermediari per soggetti che si trovano in surplus economico. Questi, quindi, sono incarnati da istituzioni come banche, istituti di credito, società assicurative o enti pubblici previdenziali. In Italia, è possibile suddividere gli investitori istituzionali in diverse macrocategorie, accomunate da alcuni tratti per quanto riguarda le modalità di investimento, ma le cui operazioni si basano su obiettivi e presupposti molto diversi tra loro.

Why are institutional and retail investors important?

Tipi di investitori istituzionali

Di investitori istituzionali italiani ce ne sono di diversi tipi: tra questi, gli ETF, i fondi indicizzati, i fondi mutuali, i fondi speculativi, i fondi pensione, i fondi di dotazione, le compagnie assicurative e le banche. Vediamoli nel dettaglio.

Exchange-Traded Fund (ETF)

Gli ETF sono degli strumenti finanziari utilizzati dagli investitori istituzionali soprattutto in quei casi in cui il capitale da investire non è estremamente alto. Questi strumenti, infatti, permettono di investire in un fondo comune a basso costo, senza comprare necessariamente tutti i titoli presenti nel paniere, ma condividendo i propri fondi con quelli di altri investitori. Gli ETF sono da considerarsi fondi (o SICAV) a gestione passiva, proprio perché hanno come unico obiettivo quello di replicare l’andamento di indici azionari, obbligazioni o materie prime.

Fondi indicizzati

Gli index fund, o fondi indicizzati, sono strumenti di investimento molto simili agli ETF, ma che si differenziano da questi ultimi per alcune importanti caratteristiche. A differenza degli ETF, ad esempio, i fondi indicizzati non sono sempre quotati in Borsa, possono essere comprati e venduti solo a fine giornata e hanno un prezzo diverso, oltre che commissioni leggermente più alte. Inoltre, i fondi indicizzati sono meno semplici da gestire per un investitore al dettaglio, perché non possono essere seguiti in tempo reale e sono quindi meno trasparenti rispetto agli ETF.

Fondi mutuali

I fondi mutuali, o fondi comuni di investimento, sono spesso paragonati agli ETF, perché raccolgono e investono il denaro di una pluralità di soggetti che vogliono investire in modo simile. Contrariamente agli ETF, i fondi mutuali sono uno strumento finanziario attivo che non si limita a replicare gli indici di mercato ma con il quale si comprano direttamente le attività su cui si sceglie di investire. Di solito, i costi di gestione sono più elevati, così come le commissioni a carico dei partecipanti al fondo. Anche questi, infine, come i fondi indicizzati, non sono quotati in Borsa.

Fondi speculativi

I fondi speculativi, o hedge fund, sono strumenti simili ai fondi comuni di investimento, ma caratterizzati da un approccio più speculativo e una libertà maggiore nelle scelte di investimento e nella forma, che può essere aperta o chiusa. Questo tipo di fondi richiede un valore minimo di partecipazione pari a 500 mila euro, una cifra che rende la partecipazione al fondo piuttosto esclusiva. I fondi speculativi possono essere di due tipi: puri o fondi di fondi. In Italia, però, la maggior parte di fondi speculativi è del secondo tipo: ciò significa che il proprio capitale viene investito in quello di altri fondi o SICAV.

Fondi pensione

I fondi pensione sono una forma di investimento che permette di destinare una serie di contributi a un conto pensionistico individuale, a cui andranno poi ad aggiungersi i rendimenti ottenuti nel corso del tempo. Questi fondi possono essere sia chiusi, e quindi riservati solo ad alcune categorie di lavoratori, che aperti a dipendenti pubblici, privati o autonomi. La partecipazione a un fondo pensione aperto può essere fatta da chiunque su base volontaria, anche da chi non svolge alcun impiego.

Fondi di dotazione  

I fondi di dotazione sono tipici di organizzazioni o enti che perseguono uno scopo benefico. Questi tipi di fondi vengono solitamente creati per permettere alle organizzazioni di portare avanti i propri progetti mantenendo la quota capitale intatta anche durante l’utilizzo del reddito che deriva dagli investimenti.

Compagnie assicurative

Le compagnie assicurative sono degli intermediari che si occupano della gestione finanziaria di polizze per la copertura di rischi di vario tipo su cose o persone, nel caso in cui dovessero verificarsi. Queste possono operare sia nel ramo vita che nel ramo danni.

Banche

Anche le banche di investimento, infine, possono fungere da intermediari per operazioni legate a finanziamenti a lungo termine, gestione di strumenti finanziari o per fornire supporto finanziario alle aziende. È importante non confondere le banche di investimento con le banche commerciali: queste ultime, infatti, si occupano di concedere prestiti, accettare depositi e gestire i conti correnti dei privati.

Chi sono gli investitori privati?

Gli investitori privati, noti anche con il nome di investitori retail o investitori al dettaglio, sono comuni risparmiatori che scelgono di investire il proprio denaro servendosi di un intermediario. Anche in questo caso, è possibile fare delle distinzioni tra vari tipi di investimento.

Tipi di investitori privati

Gli investitori privati possono scegliere di investire in diversi modi, a seconda dei loro obiettivi o preferenze. Tra gli investitori non istituzionali, ad esempio, possiamo trovare: investitori in criptoasset, acquirenti di azioni e acquirenti di obbligazioni.

Investitori in criptoasset

Tra le varie opzioni, i privati possono scegliere di investire in criptoasset, monete virtuali tra cui figurano i noti Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin, e molti altri. Per investire in criptoasset ci si serve solitamente di un exchange, attraverso il quale comprare o vendere le criptomonete in completa autonomia e usufruendo di commissioni molto basse.

Acquirenti di azioni

Un altro modo per investire da privati è quello di farlo attraverso le azioni. Quando si investe in azioni, in sostanza, si investe su un titolo che rappresenta una parte della proprietà di una società. I titolari delle azioni, quindi, possiedono a tutti gli effetti una porzione della società in cui hanno scelto di investire, compresi diritti e doveri annessi. Anche gli investimenti in azioni possono essere fatti online in autonomia.

Acquirenti di obbligazioni

Quando si acquista un’obbligazione, invece, ciò che si acquista è il debito di una società o di uno Stato, in cambio di una serie di interessi a un determinato tasso. Le obbligazioni, infatti, hanno una durata prestabilita, al termine della quale si ha diritto al rimborso del titolo. Gli interessi, invece, vengono solitamente liquidati in modo periodico, a cadenza trimestrale, semestrale o annuale.

Confronto tra investitori al dettaglio e istituzionali

Perché la differenza tra investitori al dettaglio e investitori istituzionali sia ancora più chiara, è possibile consultare la tabella sottostante, in cui sono elencate le principali differenze tra questi due tipi di investitori.

Investitori privati Investitori istituzionali
Sono comuni risparmiatori che operano per se stessi. Sono intermediari finanziari incarnati da istituzioni, banche, società, compagnie assicurative.
Gestiscono il proprio capitale per motivi e necessità diverse: risparmiare, accumulare un piano pensionistico, investire in un progetto personale o nell’educazione dei figli. Gestiscono il capitale affidato loro da piccoli e grandi risparmiatori e da chiunque si trovi in uno stato di surplus economico.
Possono investire in diversi modi, tra cui:
  • Criptoasset (come Bitcoin o Ethereum).
  • Azioni, acquistando parte del capitale di una società per azioni.
  • Obbligazioni, acquistando parte del debito di una società o di uno Stato.
Possono essere suddivisi in:
  • ETF, fondi a gestione passiva quotati in Borsa che si limitano a replicare l’andamento degli indici.
  • Fondi indicizzati, non quotati in Borsa e acquistabili solo a fine giornata.
  • Fondi mutuali, strumenti a gestione attiva attraverso i quali si investono i risparmi di più soggetti con obiettivi comuni.
  • Fondi speculativi, caratterizzati da una maggiore libertà di scelta e da un valore minimo di partecipazione al fondo pari a 500 mila euro.
  • Fondi pensione, che permettono di accumulare un fondo pensionistico individuale.
  • Fondi di dotazione, impiegati per lo più da organizzazioni che perseguono uno scopo benefico.
  • Compagnie assicurative, intermediari che gestiscono Polizze che coprono eventuali rischi a persone o cose.
  • Banche di investimento.

Impatto degli investitori istituzionali

Proprio a causa del loro grande potere d’acquisto, gli investitori istituzionali hanno un grande impatto sui movimenti del mercato. Spostando grosse somme di denaro, infatti, è in un certo senso possibile muovere il mercato verso una determinata direzione, sicuramente più di quanto possa fare un investitore privato con i propri risparmi.

Per fare un esempio concreto, si può citare il caso dell’imprenditore George Soros, presidente del Soros Fund, delle Open Society Foundations e fondatore del Quantum Group. Nel 1992, infatti, Soros scelse di investire un miliardo di fondi contro la sterlina britannica e la lira italiana attraverso il suo fondo Quantum. Di conseguenza, entrambe furono costrette a uscire dal Sistema monetario europeo (SME) nello stesso anno, mentre l’imprenditore riuscì a ottenere un profitto superiore al miliardo di dollari.

È anche per questo motivo che gli investitori retail che si avvicinano al mondo degli investimenti in autonomia cercano di emulare le scelte e gli investimenti dei grandi intermediari, così da fare in modo di muovere il proprio denaro nella giusta direzione. Uno dei motivi per cui gli investitori al dettaglio perdono soldi, infatti, è perché cercano di aprire operazioni contro tendenza, ignorando del tutto il modo in cui si muovono gli investitori istituzionali pur non avendo competenze sufficienti per agire in completa autonomia.

In ogni caso, chi decide di investire da sé ha a disposizione una serie di importanti risorse da consultare: negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ad esempio, la Securities and Exchange Commission (SEC) e la Financial Conduct Authority (FCA) verificano e mettono a disposizione i report ufficiali di tutte le società quotate in Borsa, mentre in Italia un compito simile è affidato alla Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (Consob) che pubblica regolarmente le proprie relazioni finanziarie.

Anche sui siti ufficiali delle società, nella sezione dedicata agli investitori, è possibile trovare informazioni utili, come ad esempio i vecchi report e i comunicati ufficiali rilevanti per l’andamento del titolo, mentre sul sito di Borsa italiana si possono trovare importanti analisi nella sezione relativa agli studi societari dei titoli.

Iniziare come investitore al dettaglio

Uno dei modi più semplici per diventare uno dei tanti investitori privati italiani è quello di farlo attraverso una piattaforma di trading. Su eToro, ad esempio, è possibile cominciare in molti modi diversi: investendo su criptoasset, valute, azioni, materie prime, indici ed ETF, a seconda di quelli che sono i propri interessi e propensioni.

A rendere gli investimenti ancor più alla portata di tutti sono anche le numerose guide messe a disposizione sulla piattaforma, pensate proprio per tutti coloro che si avvicinano a questo mondo per la prima volta: tra queste, ad esempio, una guida per principianti in criptovalute, in cui si possono trovare tutte le informazioni necessarie sul loro funzionamento e sulle modalità per acquistarle, una guida agli investimenti azionari e una sugli ETF per principianti, compresi tutti i pro e i contro.

A essere di particolare aiuto è anche il meccanismo del social trading adottato dalla piattaforma, che permette di copiare le mosse degli investitori più esperti e di interagire con gli altri utenti come in una qualsiasi rete social, pubblicando i propri aggiornamenti, commentando quelli degli altri, leggendo le statistiche e le principali notizie e creando così la giusta rete per quelli che sono i propri interessi e obiettivi di investimento. Attraverso il confronto con gli altri, inoltre, è sicuramente più facile comprendere quale mercato (o quali mercati) è più accessibile agli investitori privati.

Sommario

  • Gli investitori possono essere di diversi tipi. Una delle principali distinzioni è quella tra investitori istituzionali e investitori privati o retail.
  • Gli investitori istituzionali fungono da intermediari per soggetti che si trovano in uno stato di surplus economico e possono essere incarnati da banche di investimento, società assicurative, società finanziarie, società di gestione del risparmio o altri soggetti finanziari. Gli investitori privati o retail, invece, sono singoli risparmiatori che scelgono di investire i propri risparmi per motivi personali.
  • Tra gli investitori istituzionali possiamo distinguere ETF, fondi indicizzati, fondi mutuali, fondi speculativi, fondi pensione, fondi di dotazione, compagnie assicurative e banche di investimento. Anche gli investitori privati possono scegliere in che modo investire i propri risparmi: in azioni, obbligazioni o criptoasset.
  • Gli investitori istituzionali hanno un forte impatto sul mercato perché hanno la capacità di muovere grosse somme di denaro, spingendo il mercato verso una direzione piuttosto che verso un’altra. Per questo motivo, gli investitori al dettaglio scelgono spesso di investire basandosi sulle azioni intraprese dagli investitori istituzionali, così da essere certi di investire i propri risparmi nel modo migliore e condiviso dagli esperti.
  • Oltre a osservare gli investitori istituzionali, i privati possono anche servirsi di risorse come il sito di Borsa italiana, i siti ufficiali delle singole società, su cui è possibile consultare le novità rilevanti per gli investitori e i vecchi report, e le relazioni finanziarie della Commissione Nazionale per la Società e la Borsa.
  • Uno dei modi più semplici per cominciare a investire da privato è quello di farlo tramite una piattaforma in rete. Su eToro, ad esempio, si può investire in azioni, indici, criptoasset, materie prime, valute ed ETF. Attraverso il meccanismo del social trading, è possibile copiare le mosse dei trader più esperti e confrontarsi continuamente con gli altri come su una piattaforma social.

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